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2012-2013 Assemblea fine anno Stampa

 ASSEMBLEA PARROCCHIALE 8/6/2013

RELAZIONE GRUPPO MIGRANTI

L'obbiettivo che ci eravamo proposti di raggiungere quest'anno era:

fare rete con le altre Associazioni che a Sesto si occupano di Migrazione.

Siamo riusciti in questo obbiettivo con una giornata molto intensa in cui abbiamo collaborato col CESPI (Centro Studi Problemi Internazionali) presso la Sala del Camino in via Puricelli Guerra, zona neutra, in modo che potessero partecipare credenti di ogni fede.

I temi dibattuti sono stati:

  1. La famiglia alla prova della Migrazione

  2. Come la crisi ha intaccato il lavoro e la famiglia

  3. L'influenza della crisi sulla casa

  4. I compiti e le fatiche della scuola, non sempre all'altezza per affrontare il rapporto con minori provenienti da molte nazioni e continenti diversi.

Hanno relazionato i vari temi:

Il dott. Aldo Silvani dell'ambulatorio medico della rondinella, la sig.ra Vittoria Testa del Comune di Sesto che si occupa di locazione,il preside della scuola media Forlanini, un dirigente del Centro Immigrati, ed è venuto a porgere il suo saluto l'Imam del Centro Islamico di Sesto.

Vi è poi stata l'esperienza di tre immigrati che ci hanno raccontato la loro storia di migrazione, fra cui Rosario che fa parte del nostro gruppo, una signora egiziana ed un ragazzo senegalese. Il pranzo è stato un momento di condivisione. Ha moderato la giornata don Alessandro Vavassori.

Altre iniziative sono state le ricorrenze che da anni festeggiamo; la Giornata dei Migranti e la Festa delle Genti con la S. Messa gestita dai migranti presenti, le letture in lingua ed un rinfresco finale.

Oltre alle feste, la comunità parrocchiale NON ha percepito la presenza del nostro gruppo. Essendo un gruppo di pastorale migranti l'ispirazione al Vangelo è ovvia.

Possiamo dire che il nostro punto di forza è stato la puntualità all'incontro mensile, però riscontriamo mancanza di entusiasmo e la fatica di fare qualcosa di concreto con più assiduita.

PROPOSTE

Visto il risultato positivo della giornata sopra descritta, per il prossimo anno ci proponiamo altri incontri a livello cittadino e con altre Associazioni che a Sesto si occupano di Migrazione, mentre alla nostra comunità e al decanato chiediamo la partecipazione di chiunque volesse aggiungersi al nostro gruppo.



Commissione liturgica 2012-2013

Considerazioni sull’anno pastorale trascorso


I punti toccati durante l’anno sono stati

- valorizzare l’anno della fede

- curare le celebrazioni festive

- caratterizzare i tempi forti con la liturgia vigilare

- impostazione del servizio di sacrestia

Un argomento rimasto aperto è quello dei lettori per riuscire a coinvolgerli con incontri di formazione.

Un altro punto è quello di migliorare i rapporti con gli altri gruppi legati alla liturgia, perché ci sia più coesione.

Abbiamo riscontrato l’importanza di programmare e poi verificare il lavoro perché i fedeli si accorgono che non lavoriamo quando la liturgia non è curata.

L’impegno per il prossimo anno sarà quello di curare la formazione dei singoli e la preparazione delle celebrazioni, con uno sguardo più attento a battesimi e funerali.



ASSEMBLEA DI FINE ANNO PASTORALE 2013

GRUPPO LETTORI


L'obiettivo che ci si era proposti, quest'anno, come l'anno scorso, era 'leggere bene, leggere meglio', cosa che si ottiene, ovviamente, con la formazione e l'impegno. Naturalmente, chiunque abbia svolto questo servizio, perché di servizio si tratta, lo ha svolto con dedizione ed offrendo il meglio di sé stesso, anche, se, a volte, può non essere stato raggiunto un risultato ottimale.

Con alcuni incontri di formazione, si è tentato di migliorare la qualità di questo servizio, così che la comunità ne fosse arricchita, giacché quando una celebrazione è ben fatta, coinvolge chi ascolta e chi ne viene coinvolto non 'assiste' soltanto alla celebrazione, bensì 'partecipa' attivamente, arricchendo se stesso e la propria fede. Abbiamo, nel frattempo, presenziato ad un certo numero di incontri, nei quali sono stati sottolineati alcuni comportamenti liturgici da tenere ed alcuni modi di leggere, come l'enfasi ed il tono da attribuire a ciascuna lettura, ma resta il desiderio, espresso già lo scorso anno, di essere messi, per così dire, alla prova, di fronte ad un esperto esterno, qualcuno che non ci conosca e che non tema, pertanto, di dirci, se e dove ciascuno di noi sbaglia nella lettura. O se, perché no, siamo sulla buona strada. Ossia, se abbiamo imparato ad applicare i suggerimenti che, via via, negli anni, ci sono stati dati.

Il gruppo Lettori è, ormai, ben avviato e gode di certi automatismi, nella compilazione dell'orario mensile, nello scambio di informazioni riguardanti la qualità del servizio offerto, le disponibilità, le assenze e le sostituzioni, anche, se, a questo riguardo, occorre fare qualche distinzione: le consuetudini e gli automatismi citati fanno da legante fra i membri del gruppo, offrendo occasioni per tessere buone relazioni umane; nello stesso tempo, però, non si può negare che, in alcuni casi, si riscontri una certa freddezza o aridità del servizio offerto, quando, ad esempio, si verifichino assenze senza preavviso oppure quando, soprattutto durante i mesi estivi, ma, anche, in occasione dei ponti infrasettimanali, a fatica si trovano lettori disponibili per certe Messe.

Per il futuro, abbiamo in cantiere il varo della Voce Guida, per le celebrazioni festive e prefestive e pensiamo di proseguire negli incontri di formazione, con l'obiettivo di sempre: offrire un buon servizio, proclamando la Parola di Dio in modo da suscitare l'attenzione dell'assemblea e da coinvolgere i fedeli nelle celebrazioni, possibilmente, aumentando il numero di Lettori.



CORO e ADDETTI ALLA MUSICA

RELAZIONE FINALE ANNO LITURGICO 2012/13


Per quanto concerne l'attività di questo anno pastorale, possiamo constatare che rispetto allo scorso anno ci sono stati dei miglioramenti nella comunicazione fra Commissione Liturgica e il Coro, ma si riscontrano ancora delle pecche soprattutto per quanto concerne la preparazione di alcuni momenti "FORTI" durante l'anno liturgico.
Altra cosa da considerare è la partecipazione dell'assemblea durante la Messa. Si era detto di provare negli ultimi 10 minuti i canti (almeno i ritornelli) per far sì che anche l'assemblea partecipasse un po' di più. Purtroppo si è constatato che la maggioranza dei fedeli arriva pochi minuti prima dell'inizio o addirittura a Messa iniziata.
Fra di noi è emerso poi lo scetticismo per quanto concerne il canto finale; spesse volte - soprattutto quando si consegna qualcosa - mentre si intona l'ultimo canto, il coro è "sommerso" dal vociare della gente o da persone che entrano in sacrestia.
Proprio per questo ci siamo chiesti se vale la pena di continuare a cantare o addirittura interrompere il canto vista la confusione della gente nell' uscire o nel parlare.
Probabilmente i sacerdoti dovrebbero ricordare più spesso che il canto è una preghiera e come tale va rispettato; sarebbe quindi opportuno ribadire che si esce di Chiesa quando questa è finita e quando i sacerdoti sono scesi dall'altare e sono rientrati in sacrestia
 

 GRUPPO
BARISTI – SEGRETARI – ASSISTENTI IN ORATORIO – SACRISTI – ADDETTI ALLA PULIZIA ED ALLA BIANCHERIA DELLA CHIESA


    È, questo, un raggruppamento un po' anomalo, nel senso che nessuno di essi è organizzato come una commissione vera e propria; così, non ci si riunisce per fare il punto della situazione e, di conseguenza, non esistono statuti, regolamenti o cose di questo genere. Si tratta, per lo più, di persone che offrono parte del proprio tempo libero, per aiutare la comunità che costituisce questa parrocchia, anche se, quasi sempre, si tratta di persone che, durante la loro carriera lavorativa, non hanno mai avuto quel preciso incarico; quindi, non fanno nulla 'per esperienza', ma l'esperienza la fanno sul campo.

        L'intero raggruppamento di questi volontari ha un comune obiettivo, sia di gruppo, che personale: quello di aiutare i sacerdoti nella gestione della parrocchia, dando il proprio contributo nelle varie attività e portano avanti quest'impegno con l'animo tipico del 'volontario': fare bene il bene. Naturalmente, non sempre i risultati sono stati all'altezza di quanto ci si aspettava, però, sempre, l'impegno è stato massimo.

    Non è istintivo percepire la presenza di qualcuno 'dietro' l'esercizio di certe cose: di solito, se tutto fila liscio, sembra quasi che ciò avvenga per via di qualche automatismo o magia; in realtà, se non ci sono intoppi e si trova la disponibilità di qualcuno è perché quel qualcuno si rende disponibile per farle, tutte queste cose. Pertanto, anche se la comunità non si accorge dell'esistenza di queste persone, il solo fatto che i servizi funzionano dovrebbe dare l'informazione della loro presenza. E tutti questi servizi concorrono proprio ad arricchire la comunità, nel senso di farla sentire a proprio agio, veramente 'in casa propria'.
    
    Gli appartenenti a questo raggruppamento lasciano trasparire, forse, proprio per essere volontari, le motivazioni per cui fanno ciò che fanno: la sequela degli insegnamenti appresi dal Vangelo. Questo è anche il loro punto di forza, che li spinge a  fare bene il bene, come già detto.

        Si può, però, scorgere, anche, una qualche fragilità, individuabile, forse, nella scarsa professionalità: ciò, beninteso, non nel senso che costoro non sappiano espletare le mansioni per cui sono stati incaricati, bensì, nel fatto che non si tratta di baristi o segretari     professionali, bensì di persone che si adattano a fare anche qualcosa di nuovo e di sconosciuto, pur di aiutare la comunità, per cui, a volte, si ritrovano impreparati ad affrontare certe situazioni.

        Per il carattere di cui sono costituiti questi gruppi, si può fare tesoro dell'esperienza maturata durante l'anno precedente. È un'esperienza personale, non di gruppo, proprio per     come è assortito questo raggruppamento.
        
        La strada percorsa e quella da percorrere per il prossimo anno pastorale è sempre quella tracciata dal Vangelo, perché le persone che si offrono volontariamente per assolvere questi compiti non lo fanno perché non hanno null'altro da fare, bensì per rendersi utili alla comunità.

 

VERIFICA DELL'ANNO PASTORALE 2012-2013
COMMISSIONE FAMIGLIA


Il gruppo ha centrato l’attenzione sulle famiglie con bambini piccoli. Oltre a nonno Gianfri, presentato in altra relazione, avevamo l’obiettivo di confermare gli appuntamenti dell’anno precedente migliorandone la qualità e creare un incontro nel periodo natalizio.

Abbiamo così incontrato le famiglie nelle seguenti occasioni:

  1. Festa del Battesimo, a maggio, per le famiglie che hanno chiesto il Battesimo per i loro figli nell’anno precedente;

  2. Festa degli anniversari di matrimonio, a gennaio;

  3. Festa dell’Epifania, a gennaio, con l’arrivo dei re Magi;

  4. Giornata della Vita, accogliendo i bambini piccoli e le loro famiglie nella S. Messa della domenica mattina.

     

Gli incontri sono stati preparati con attenzione cercando di offrire un momento di accoglienza in un clima familiare e cordiale.

Il gruppo, col passare del tempo, si e' affiatato, c'è uno spirito propositivo, disponibilità e capacità di ascolto degli altri. Nel gruppo vengono messe a disposizione con generosità le capacità e le caratteristiche dei singoli.

Le famiglie che hanno partecipato alle iniziative sono rimaste contente e hanno chiesto di rimanere in contatto per iniziative future.


Gli obiettivi futuri sono:

  1. Migliorare le iniziative già avviate modificando i particolari che possono renderle più a misura di famiglia;

  2. Modificare il calendario, in modo da non sovrapporre le iniziative ad altre oppure scegliendo periodi più indicati (per esempio evitando il mese di maggio per la festa dei battesimi);

  3. Introdurre una iniziativa che possa coinvolgere i bambini fino a 6 anni e le loro famiglie, magari all'inizio dell'avvento;

  4. Pensare alla organizzazione dei corsi pre battesimali e pre matrimoniali, seguendo le indicazioni che il vescovo sta preparando, leggendo materiale a disposizione dalla diocesi e nel decanato. Prendendo spunto dalle sperimentazioni in atto in alcune parrocchie della diocesi;

  5. Avere una attenzione anche alle famiglie in attesa, in particolare alle mamme che aspettano la nascita di un figlio con un momento di festa in occasione della giornata della vita oppure durante lo stesso mese.


Potrebbe questo essere un anno di studio per valutare cosa proporre tenendo conto delle forze e delle capacità a disposizione.

 



SPAZIO NONNO GIANFRI - 2013

UNO SPAZIO PER STARE INSIEME ”

Anche quest’anno è continuata la bella avventura di “Nonno Gianfri” nata con lo scopo di offrire occasioni di socialità e di gioco per i più piccoli e momenti di incontro e comunicazione per i più grandi.

Si sono mantenute le modalità dell’anno precedente e abbiamo anche avuto a disposizione un’altra stanza.

Abbiamo una nuova collaboratrice che si è aggiunta al gruppo.

La frequenza è libera e viene richiesto un contributo economico per coprire le spese vive (assicurazione, riscaldamento, carta, matite, materiali vari per il gioco ecc.).

Due giorni alla settimana, lunedì e giovedì, dalle ore 10 alle ore 12 i bambini con la mamma, papà, nonni o tata si presentano in questo spazio attrezzato, con tanti giochi e strutture a misura di bimbo piccolo. Si passa la mattinata insieme, le mamme chiacchierano e i bimbi “esplorano” lo spazio che li circonda ed è per loro una bella occasione per iniziare a prendere confidenza con altri bambini.

Come avevamo progettato l’anno scorso abbiamo proposto dei laboratori organizzati per bambini e adulti con cadenza mensile per offrire la possibilità di “ESSERE INSIEME FACENDO” coinvolgendo gli stessi nonni o persone della comunità che hanno donato il loro tempo, la loro esperienza, il loro affetto.

Sono stati organizzati laboratori del colore con colla e crema, di cucina, di giardinaggio, di creta e dell’acqua.

E’ stato un anno che si è caratterizzato come “denso di rapporti”.

Siamo contente di dedicare le nostre energie al servizio per l’infanzia e abbiamo inoltre la consapevolezza che lo spazio abbia creato nella Parrocchia un polo di attenzione all’infanzia, all’educazione e alla possibilità di lavorare come adulti che credono nell’educazione in quanto momento di formazione personale e comunitario.

Per far crescere un bambino abbiamo bisogno della comunità; tutto passa attraverso l’esempio, si tratta di costruire relazioni solide fin dall’inizio perché “accoglienza” non è solo un atteggiamento, ma significa rispettare i tempi di ogni persona (bambino ed adulto), conoscere le caratteristiche individuali, rispettare i diversi modelli educativi e le differenti modalità di relazione.

L’instaurarsi di relazioni con le altre figure adulte diventa occasione di crescita per tutti e così abbiamo organizzato momenti insieme durante l’anno come la giornata per la vita, la festa di Natale davanti al Presepe, l’arrivo dei re Magi.

Comunque quando abbiamo iniziato ad affrontare questa avventura non ci si conosceva e trovandoci, siamo diventate amiche, abbiamo avuto subito a cuore l’impegno e ci siamo volute bene in uno spirito di carità cristiana.

Non ci siamo arrese davanti alle difficoltà, comunichiamo l’un l’altra, abbiamo un atteggiamento di rispetto incondizionato, riconosciamo che pur essendo diverse c’è qualcosa di universale che ci accomuna. Le diversità le viviamo come ricchezza nel senso che l’altro è indispensabile e impariamo gli uni dagli altri.

Per l’anno che verrà vorremmo coinvolgere i nonni in un progetto (probabilmente sarà legato al Natale) e non perdere i contatti con i bimbi che passeranno alla scuola dell’infanzia pensando a dei momenti per loro durante l’anno.


GRUPPI DI ASCOLTO DEL VANGELO

Verbale d’Incontro

28/05/2013

Seguendo la Traccia per la verifica dell’Anno pastorale 2012-2013, ogni responsabile dei gruppi d’ascolto ha condiviso l’esperienza vissuta nel proprio gruppo.

L’obiettivo dichiarato all’inizio dell’Anno era: Leggere il Vangelo di Matteo e condividerlo.

In modi diversi a seconda della fisionomia del gruppo l’obiettivo è stato rispettato. Non possiamo negare che ci sono grosse differenze di età, di formazione, e di esigenze tra i partecipanti. Alcuni gruppi hanno approfondito anche dei testi dell’Antico Testamento.

Le relazioni all’interno dei singoli gruppi sono cresciute, e c’è stata una progressiva capacità di accogliersi e condividere le risonanze che la Parola suscita in noi, ma anche le relazioni ordinarie.

Diversi responsabili hanno registrato la necessità e la speranza di poter essere sostituiti nel condurre il gruppo. Il responsabile si arricchisce notevolmente quando prepara l’incontro, varrebbe pertanto la pena - corredati di un supporto testuale adeguato - provare a condividere la responsabilità là dove è possibile, stimolando la crescita di tutti i partecipanti.

Il Rischio è che l’esperienza diventi un po’ asfittica, soprattutto nei gruppi dove ci potrebbero essere più persone capaci.

Tutti concordano nel valutare positivamente l’incontro di preparazione; i vantaggi sono per sé stessi, per la preparazione e per creare un collegamento costante tra la vita dei gruppi.

L’esperienza di questo anno che ci ha visto incontrarci solo per 4 volte ha registrato un impoverimento di partecipazione e anche di condivisione.

Nei periodi di Avvento e Quaresima alcuni gruppi suggeriscono di non moltiplicare gli incontri per dare spazio alla proposta rivolta a tutta la comunità. Un gruppo da 3 anni regolarmente all’ultimo momento salta gli incontri di questi due tempi perché poco agile a trovare giornate libere.

Vale la pena di tener conto della programmazione delle attività dell’anno pastorale della Comunità ed eventualmente pensare ad un ritiro per i gruppi in cui si proponga una Lectio.

In merito ai testi da scegliere per l’Anno prossimo o gli eventuali 2 anni, non ci sono state decisioni, ma solo una proposta di proseguire con un altro Vangelo, ma resta tutto aperto. 

 

GRUPPO CATECHISTI

Relazione finale Anno pastorale 2012/13


GRUPPO III ELEMENTARE

responsabile SILVANA

Buon lavoro di gruppo fra catechisti volto soprattutto alla conoscenza dei bambini.


GRUPPO IV ELEMENTARE

responsabile ROBERTO

Presa di coscienza del lavoro da parte dei catechisti.Buona partecipazione sia da parte dei genitori che dei ragazzi Molti incontri sino stati fatti con i tre gruppi insieme e vissuti molto bene dai ragazzi. Buona partecipazione alla Messa domenicale.


GRUPPO V ELEMENTARE

responsabile CARLA

Rilevata una certa difficoltà ad incontrarsi fra i catechisti. LA ricerca del materiale è servita anche come arricchimento di noi catechisti. Tenuto conto che la quinta è un anno di passaggio, bisogna trovare il modo di rendere partecipi soprattutto i genitori.


GRUPPO I MEDIA

responsabile ROSA

E' stato un anno positivo.Non è stata avvertita nessuna crisi dovuta al passagio elementari medie. Il lavoro viene svolto in gruppi diversi al venerdì al sabato e la domenica. Fra i catechisti c'è stata una buona collaborazione, ma il gruppo del sabato si è sentito un po' isolato. Buona presenza dei genitori soprattutto alla Messa.

Giudizio positivo sia sull'anno che sull'intero ciclo.


Per una maggiore visibilità dei ragazzi, si potrebbero coinvolgere i ragazzi stessi in momenti per feste particolari (esempio vendita torte).

I bambini devono avvertire che in oratorio sono persone amate.

I genitori cercano nell'oratorio un luogo dove incontrarsi ed incontrare persone con cui condividere i loro problemi.




MINISTRI STRAORDINARI DELLA COMUNIONE EUCARISTICA

RELAZIONE DI CHIUSURA DELL'ANNO PASTORALE 2012/2013


Il servizio di voi Ministri è un dono prezioso, (...),ma, senza una consapevolezza ogni giorno radicata nell'Eucaristia, questo vostro compito non raggiungerebbe tutta la sua pienezza. L'Eucaristia è la modalità scelta da Gesù, (...), per rendersi contemporaneo a tutti noi, anticipando i grandi avvenimenti della sua Passione, morte e resurrezione (...). Il vostro compito di Ministri non sarebbe un'occasione di maturazione delle vostre persone e un aiuto per coloro a cui portate l'Eucaristia, se non ci fosse questo vivo approfondimento”.

Queste sono le parole del Cardinale Angelo Scola, con cui ha iniziato il suo saluto ai Ministri Straordinari della Comunione Eucaristica, nella riunione del 13 aprile in Duomo. La fede nel Signore risorto crea nuovi legami e fa esistere la comunità dei 'salvati', il Popolo che Dio si è acquistato, in cui tutti hanno “un cuore e un'anima sola”.

Da questo 'Mistero', sorge il 'Ministero', cioè un modo di servire. Si può, quindi, dire che nel 'servire' si realizza 'il sacerdozio regale di Cristo'.

Tre parole guidano il nostro incarico-servizio: vicinanza, consolazione e comunione.

VICINANZA: la Lettera Pastorale dell'Arcivescovo di quest'anno ci ha parlato del 'Dio vicino', che è, poi lo stesso Gesù risorto, che desidera visitare l'umanità, particolarmente quella sofferente.

CONSOLAZIONE: l'Eucaristia che i Ministri portano ai malati ed agli anziani è il pane della vita e fonte di speranza. Chi la porta nelle case è chiamato a portare conforto, ad accendere una piccola luce, ad offrire un sorriso.

COMUNIONE: i Ministri della Comunione Eucaristica sono anche Ministri della Comunione Ecclesiale: attraverso di essi, la Chiesa si fa presente a malati ed anziani, facendo loro percepire che anche loro fanno parte della stessa comunità, che prega, loda e celebra il Signore risorto.

Naturalmente, nella realizzazione di tutto ciò, si riscontrano punti di forza, ma anche fragilità: punti di forza sono gli incontri di formazione periodici, nei quali, confrontandoci, abbiamo scoperto l'esistenza di nuovi malati ed anziani; la fragilità è costituita dalla difficoltà ad individuare coloro che, potenzialmente, avrebbero bisogno di una nostra visita, ma, non uscendo nemmeno di casa, per motivi di salute o altro, vengono ignorati. Per questo chiediamo a coloro che fossero a conoscenza di situazioni di questo tipo di farcelo sapere, dato che, anche questo comportamento, è un servizio alla comunità.

Ognuno di noi dà quanto può, in base alle proprie disponibilità e capacità, un servizio reso sempre con gioia e generosità grandi.


 



Oratorio e Consiglio di Oratorio - sguardo al 2012/13


Consiglio di Oratorio

Nell'incontro di inizio anno con padre Giulio si è riconosciuta una certa crisi del Consiglio di Oratorio, evidenziata dal numero ridotto di partecipanti agli ultimi incontri; essendo la terza “crisi” di questo genere nell'arco di 5 anni si è deciso di rivedere il ruolo di questo Consiglio, riducendo per ora la portata dei suoi compiti.

Si è scelto di non puntare per ora verso un organismo che sia il riferimento per tutta la “comunità educante” dell'oratorio, che abbia lo sguardo sul cammino di tutti i gruppi formativi e su tutte le attività, che sia il cuore pulsante dell'intera comunità oratoriana; perché le ricorrenti difficoltà ci hanno mostrato che non siamo ancora pronti per un gruppo così. Abbiamo scelto invece di mantenere un gruppetto che si occupasse di coordinare le giornate di festa e le attività ludiche che si svolgono durante la settimana.

Com'è andata? Durante l'anno un po' di coordinamento c'è stato, ma più per la buona volontà di tante singole persone che non per l'attività di questo gruppo.

Attività dell'oratorio

Il clima complessivo è positivo (vedi relazione del “Cortile del Quartiere”).

L'oratorio è aperto tutti i giorni grazie alla presenza di volontari baristi adulti.

Tra le attività dei pomeriggi feriali sono terminate o sospese la squadra di calcio, il giocasport per i piccoli e il “lab-oratorio” del giovedì. C'è invece una proposta più ricca per il ballo latino-americano con Madelyn, in diversi giorni della settimana, sia per i piccoli che per gli adulti.

E' cominciata un'attività di “doposcuola” per pochi ragazzi delle medie che hanno grosse difficoltà.

Sono state organizzate alcune giornate di festa come la festa dell'Oratorio, la festa e la sfilata di Carnevale e la festa della Mamma.

Per i gruppi formativi l'anno si è aperto con una grossa difficoltà legata all'abbandono (per motivi diversi) da parte di 5 dei 7 educatori dell'anno precedente.

Il Gruppo Sirio (per la formazione dei ragazzi/e di 2^ e 3^ media) è ripartito quasi da zero, con due giovani educatrici alla prima esperienza e con ragazzi nuovi, quasi tutti di 2^ media, quasi tutti con caratteri e vicende personali travagliate.

Il Gruppo Ado (ragazzi/e dalla prima superiore in su) è stato seguito da due educatori dell'anno precedente e da tre educatori nuovi; questa équipe ha lavorato molto bene e il gruppo, pur se non numeroso, ha vissuto un anno bello e intenso.

Tre giovani hanno partecipato ad alcune tappe del Percorso Giovani proposto in decanato.



Progetto “Il Cortile del Quartiere” - sguardo al 2012/13

Il progetto è attivo nella nostra parrocchia dal settembre 2010.

Alleghiamo a questo foglio il testo che presenta la fase attuale del progetto (giugno 2012 – dicembre 2013).

Riportiamo qui le azioni previste dal progetto, accompagnate da un rapido commento.

1) Presenza di un educatore professionale per:

- curare la relazione con tutti i ragazzi che passano in oratorio;

- favorire un clima positivo e il rispetto di regole condivise;

- sostenere gli adulti volontari che operano in oratorio, per aiutarli a trovare modalità positive di relazione con i ragazzi e affiancarli nella gestione delle situazioni più difficili;

- affiancare i giovani educatori volontari nella relazione con i ragazzi più “faticosi” e a rischio di esclusione;

- accompagnare occasionalmente gli educatori volontari in altri luoghi del quartiere (scuola, parchetti, luoghi di ritrovo informale dei ragazzi) per l'aggancio e l'avvio di relazioni educative con i preadolescenti.

Riconosciamo grande utilità ed efficacia alla presenza dell'educatore professionale, Riccardo, e della sua paziente opera per tessere buone relazioni. Il clima che si è instaurato in oratorio è positivo, e riesce a consentire anche la presenza di alcuni ragazzi “difficili”.

2) Curare e mantenere un contatto con i genitori dei ragazzi più difficili, non tanto nella forma della riunione quanto piuttosto in quella della “chiacchierata occasionale” in quartiere o a casa; valorizzando in questo la rete di relazioni quotidiane già sviluppate dal prete dell'oratorio, dall'educatore e da alcuni volontari.

E' successo più volte di parlare con i genitori dei ragazzi, e l'esperienza è positiva. Un'occasione particolarmente importante è stata offerta dall'inizio dell'attività di “doposcuola” in oratorio.

3) Rafforzare l'équipe di genitori che si è costituita intorno al progetto e che fa da tramite con la comunità adulta. Spostare gradualmente le azioni e le responsabilità dall'educatore alla comunità locale, suscitando e valorizzando la disponibilità di adulti e giovani a mettersi in gioco direttamente nella relazione con gli adolescenti.

E' uno dei punti critici di quest'anno. L'équipe di adulti ha un ruolo prezioso per pensare e verificare ciò che si fa; le persone che ne fanno parte hanno lavorato bene, con buona intelligenza e buona volontà; però hanno veramente poco tempo e poche energie a disposizione. Abbiamo cercato nel gruppo una persona che facesse da responsabile, ma i membri attuali sono troppo impegnati. Abbiamo cercato di allargare questo gruppo, ma per ora non siamo riusciti.

4) Aggiornare periodicamente tutta la comunità sull'andamento del progetto e delle attività dell'oratorio rivolte ai ragazzi (attraverso articoli, volantini, incontri ecc.); aiutare gli adulti che vivono in quartiere ad interrogarsi sugli adolescenti, e a mantenere verso di loro uno sguardo di simpatia o perlomeno di interesse.

E' un altro punto critico. Sono stati fatti due volantini e un intervento alle Messe domenicali, ma complessivamente ci sembra di aver comunicato troppo poco.

5) Mantenere ed intensificare il confronto con alcuni insegnanti della scuola media di quartiere, in particolare con quelli della “commissione disagio”, e con i volontari dei servizi di “doposcuola” attivi in quartiere; avviare contatti con alcuni allenatori o dirigenti delle due società sportive più frequentate.

Positivo e via via più intenso il contatto con gli insegnanti e con i doposcuola. C'è stato qualche contatto con una società sportiva.

6) Avviare attività comuni con l'oratorio confinante di Cascina Gatti, a partire dal periodo importante dell'Oratorio Estivo; favorire la conoscenza e collaborazione tra gli animatori ed educatori dei due oratori.

Ci si muove insieme soprattutto per le attività estive, la collaborazione è buona.

Da uno sguardo all'anno pastorale trascorso emergono alcune considerazioni più generali.
  • Da tempo la nostra parrocchia sta investendo soldi in oratorio non per le strutture ma per le figure educative, e questa scelta sta dando buoni risultati.

  • La scelta di dedicare energie ai ragazzi più difficili sembra riflettersi positivamente anche su tutti gli altri bambini e ragazzi, attraverso un clima oratoriano accogliente.



PROGETTO: IL CORTILE DEL QUARTIERE 2

Premessa

Da settembre 2010 fino a maggio 2012 la parrocchia “Resurrezione di Gesù” ha avviato il progetto “Il Cortile del Quartiere”, con il contributo decisivo della Fondazione Nord Milano. La responsabilizzazione di un buon gruppo di adulti e la presenza di un educatore professionale ha permesso di migliorare molto il clima complessivo dell'oratorio e di renderlo più accogliente e insieme più educativo nei confronti dei ragazzi e delle ragazze adolescenti. La chiarezza delle regole unita alla cura paziente delle relazioni personali ha consentito a molti adolescenti, compresi quelli più “difficili”, di sentirsi conosciuti e cercati.

Proprio il fatto che gli obiettivi del progetto siano stati in buona parte raggiunti ci spinge a consolidare e rilanciare la proposta, con lo stesso nome (perché è ormai noto alla gente del quartiere) ma con obiettivi ulteriori.

Contesto

Il Progetto nasce dalla conoscenza concreta del quartiere “Parpagliona”, che si trova alla periferia di Sesto san Giovanni alle spalle delle aree Falck. Il quartiere ha circa 8.000 abitanti; è costituito da grandi cortili di case popolari costruite tra la metà degli anni '50 e la metà degli anni '60 per gli operai delle fabbriche sestesi e da una serie di palazzoni sorti negli anni settanta intorno alle case popolari. Vi sono pochissimi spazi di aggregazione per bambini, giovani, adulti e anziani; non c'è un luogo simbolico in cui riconoscersi, una "piazza" che funga da luogo di incontro e da cuore del quartiere. E' significativa la presenza di famiglie e ragazzi di origine straniera. Fin dall'inizio il clima del quartiere è stato condizionato dalla presenza di gruppi e famiglie dediti ad attività illegali, e un'intera fascia di età è stata pesantemente colpita negli anni '80 - '90 dal consumo di eroina.

II quartiere offre agli adolescenti molti modelli negativi “visibili” e vicini, facilmente riconoscibili e contattabili. Un ragazzo che passa parte del suo tempo per la strada ha spesso davanti agli occhi persone poco più grandi di età che fumano droghe, che fanno piccolo spaccio, che col motorino lavorano per gli spacciatori, che si procurano soldi con piccoli furti e con espedienti vari. Essi diventano i modelli di riferimento, che i ragazzi più fragili ammirano e cercano di imitare. Sul versante femminile sono molte le ragazze che si scrivono a scuole superiori di livello minimo o che hanno abbandonato la scuola e vivono aspettando il futuro senza prospettive di lavoro o di crescita umana e sociale.

Destinatari

Preadolescenti e adolescenti (11-16 anni) maschi e femmine che vivono nel quartiere; ci si rivolge ai ragazzi più seguiti dalle famiglie ma specialmente a quelli che sono a maggior rischio di esclusione sociale per motivi di povertà culturale, relazionale e a volte materiale.

Obiettivi

- Offrire in quartiere un ambiente accogliente per i ragazzi, in particolare quelli più a rischio; con la presenza di figure di riferimento positive che li conoscano per nome, passino del tempo insieme a loro, li aiutino a riconoscere e rispettare alcune regole fondamentali di comportamento.

- Sostenere nei giovani e negli adulti del quartiere una maggiore responsabilità educativa nei confronti dei ragazzi, in modo particolare quelli più a rischio di esclusione sociale.

- Consolidare e ampliare la rete di “buone relazioni” che si è avviata tra le persone e le realtà che in quartiere si occupano di adolescenti.


Azioni:

1) Presenza di un educatore professionale per:

- curare la relazione con tutti i ragazzi che passano in oratorio;

- favorire un clima positivo e il rispetto di regole condivise;

- sostenere gli adulti volontari che operano in oratorio, per aiutarli a trovare modalità positive di relazione con i ragazzi e affiancarli nella gestione delle situazioni più difficili;

- affiancare i giovani educatori volontari nella relazione con i ragazzi più “faticosi” e a rischio di esclusione;

- accompagnare occasionalmente gli educatori volontari in altri luoghi del quartiere (scuola, parchetti, luoghi di ritrovo informale dei ragazzi) per l'aggancio e l'avvio di relazioni educative con i preadolescenti.

2) Curare e mantenere un contatto con i genitori dei ragazzi più difficili, non tanto nella forma della riunione quanto piuttosto in quella della “chiacchierata occasionale” in quartiere o a casa; valorizzando in questo la rete di relazioni quotidiane già sviluppate dal prete dell'oratorio, dall'educatore e da alcuni volontari.

3) Rafforzare l'équipe di genitori che si è costituita intorno al progetto e che fa da tramite con la comunità adulta. Spostare gradualmente le azioni e le responsabilità dall'educatore alla comunità locale, suscitando e valorizzando la disponibilità di adulti e giovani a mettersi in gioco direttamente nella relazione con gli adolescenti.

4) Aggiornare periodicamente tutta la comunità sull'andamento del progetto e delle attività dell'oratorio rivolte ai ragazzi (attraverso articoli, volantini, incontri ecc.); aiutare gli adulti che vivono in quartiere ad interrogarsi sugli adolescenti, e a mantenere verso di loro uno sguardo di simpatia o perlomeno di interesse.

5) Mantenere ed intensificare il confronto con alcuni insegnanti della scuola media di quartiere, in particolare con quelli della “commissione disagio”, e con i volontari dei servizi di “doposcuola” attivi in quartiere; avviare contatti con alcuni allenatori o dirigenti delle due società sportive più frequentate.

6) Avviare attività comuni con l'oratorio confinante di Cascina Gatti, a partire dal periodo importante dell'Oratorio Estivo; favorire la conoscenza e collaborazione tra gli animatori ed educatori dei due oratori.

Tempi di realizzazione

Da Giugno 2012 a Luglio 2012: presenza dell'educatore e di alcuni volontari nelle attività dell'Oratorio Estivo, per allargare il numero di ragazzi raggiunti; contatti personali con i genitori dei ragazzi; avvio della collaborazione con l’oratorio di Cascina Gatti.

Da Settembre 2012 a Maggio 2013: presenza dell’educatore e dei volontari quotidianamente in oratorio e occasionalmente in altri luoghi del quartiere; contatti personali con i genitori dei ragazzi; consolidamento dell'équipe di genitori che seguono il progetto; sensibilizzazione della comunità attraverso il foglio informativo della parrocchia e gli incontri per i genitori che già sono previsti all’interno dell’anno pastorale; consolidamento e approfondimento delle relazioni con le altre realtà del territorio che lavorano con i ragazzi; consolidamento della collaborazione con l’oratorio di Cascina Gatti.

Da Giugno 2013 a Luglio 2013: motivazione, formazione e sostegno per i volontari adulti e giovani che si impegnano nell'Oratorio Estivo; consolidamento della collaborazione con l’oratorio di Cascina Gatti e realizzazione di attività comuni.

Da Settembre 2013 a Dicembre 2013: graduale “passaggio di consegne” dall’educatore ai giovani e agli adulti della comunità, valutazione del percorso compiuto e dei passi da fare, individuazione dei possibili passi futuri per la cura degli adolescenti nel quartiere.


GRUPPO CARITAS

II nostro obbiettivo/impegno per quest'anno trascorso, è stato portare avanti il compito di aiuto verso le molteplici problematiche, con dedizione, valorizzando il confronto con la comunità.

Ci siamo impegnati a curare il rapporto umano all'interno del nostro gruppo, ma anche con le persone che si rivolgono a noi.

Nel fare questo, ci è stato molto utile ritrovarci tutte le settimane con don Paolo, per affrontare insieme i problemi e condividere le decisioni riguardo alle soluzioni possibili. All'interno del gruppo, abbiamo potuto esprimere le nostre sensazioni, positive o negative, e abbiamo praticato l'impegno di accettare la correzione fraterna, che ci permette di vedere serenamente gli errori tenendo conto della sensibilità di ciascuno. Notando che si possono elaborare soluzioni condivise valorizzando le conoscenze e le competenze di tutti.

Riflettendo sulla necessità, per crescere e migliorare, di ampliare il gruppo con persone nuove e di accettare cambiamenti nell'operare, evitando l'abitudine e il protagonismo; stiamo cercando i modi più adatti per proseguire questi propositi.

Le persone assistite sono sopratutto alla ricerca di percorsi per procurarsi un lavoro, ma hanno bisogno di sostegno e speranze. Alimenti e aiuti economici non bastano più, ci siamo aggiornati sugli interventi predisposti dalle istituzioni e dalla Caritas Ambrosiana; qualche volta è possibile accedervi, altre no: in questi casi, abbiamo fatto appello anche alla comunità, che ha sempre risposto generosamente.

Teniamo sempre presente la necessità di salvaguardare i diritti, specialmente degli ultimi, perché non siano percepiti come concessioni; vogliamo evitare l'assistenzialismo, cercando di promuovere e attivare le energie delle persone. Cerchiamo di tutelare la crescita dei bambini, perché non manchi loro il necessario e perché possano andare a scuola attrezzati in modo dignitoso.

Per il futuro (prossimo anno pastorale): intendiamo continuare la strada iniziata di impegno e condivisione, senza tralasciare i percorsi di formazione.

Contiamo molto anche sul fatto che altre persone si offrano di collaborare attivamente, nella convinzione che portino ricchezza e stimolino la nascita di nuovi progetti.

Gli ambiti in cui impegnarsi sono di vario tipo e ognuno può dedicarsi a quelli più adatti alle proprie capacità e disponibilità; dopo l'estate saranno proposte alla comunità iniziative per sensibilizzare proprio alla partecipazione e alla condivisione.

intendiamo continuare le nostre riflessioni sulle linee guida della Caritas, che ha il compito di vigilare sui bisogni e sulle risposte solidali e responsabili della comunità, nell'intento di mettere in pratica gli insegnamenti del Vangelo. A questo proposito, desideriamo rileggere insieme una parte della prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi:

La carità è magnanima, benevola è la carità: non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d'orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustìzia, ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine.