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Verbale del 28 apr 2014 Stampa
 
VERBALE DELLA RIUNIONE DEL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE
del 28 aprile 2014

Alle 21.03, fatto l'appello, risultano presenti: don Donato Pastori, don Paolo Cantù e don Gianfranco Zuffada; LucaGarotta; Silvana Bassi, Armando Negri, Carlo Riva, Daniela Ruboni e Diana Tavola; Francesca Anello, Graziella Mandelli,Antonietta Paganoni e Tina Vulso. Si annotano, pertanto, le assenze di: Sara Berlanda (lavoro), Rosario Peixoto (impegnipersonali), Maria Manzi, Anna Maria Millo, Rosalba Risolo (impegni personali), Gianfranco Boni, Gemma Di Marino,(concomitanza altro evento), Domenico Mazzilli (vacanza) e Giuseppe Zanella. Sono, inoltre, presenti: Gigi Trezzi e Anna(gruppo doposcuola), Katia, del Gruppo parrocchiale Caritas, Marialisa (educatrice dell'oratorio) ed alcuni membri delCortile del Quartiere.

Alle 21.08, apre la seduta don Donato, introducendo la consueta preghiera di apertura, per esortare lo Spirito Santo ad illuminare i presenti; quindi prosegue spiegando la Lettera di S. Paolo ai Colossesi, in particolare riguardo il riferimento alla santità ed alla fratellanza.

Si passa, quindi, al primo punto all'ordine del giorno:

1. Proposte concrete per aiutare la comunità ad essere coinvolta direttamente nel tema della carità.

Apre, allora, la sessione Carlo, che, in qualità di moderatore, introduce, dapprima, l'argomento. Don Donato, quindi, legge il documento redatto dalla Caritas Parrocchiale, che presenta le necessità del Gruppo, necessità che sono di carattere economico, ma, anche, pratico, come lo è la richiesta di persone che possano svolgere qualcuna delle attività descritte. Le necessità sono riassumibili, prosegue, in tre categorie: persone che aiutino o che vadano a sostituire coloro che già svolgono attività nel Gruppo; persone che offrano parte del loro tempo e della loro professionalità per i bisognosi (idraulici, elettricisti, muratori, eccetera); aiuti economici. Qui, continua don Donato, si apre il dilemma di come raccogliere i fondi necessari: si potrebbe, ad esempio, richiamando quanto detto nella scorsa sessione del CPP, presentare un 'caso' particolare a scadenze prefissate, ad esempio, una volta al mese; una seconda ipotesi, proposta da don Donato, è quella di disporre una cassetta o delle buste specifiche per la raccolta di fondi ad uso del Gruppo Caritas; terza ipotesi, potrebbe essere quella di introdurre la raccolta del denaro durante le messe, anche nella nostra parrocchia. Dopo breve dibattito su quest'ultima ipotesi, cui partecipano don Gianfranco, Diana e Tina, l'argomento viene rinviato ad altra data. Per don Paolo, è molto importante che tutte le richieste e proposte vengano comunicate alla comunità. Carlo rincara dicendo che le proposte portate alla conoscenza della comunità ottengono lo scopo di coinvolgere la comunità, che, finalmente, si prenderebbe cura di chi ne ha bisogno, con il caso mensile, con la raccolta di fondi. Armando interviene per sottolineare la necessità di informare la comunità, non solo del caso mensile della famiglia bisognosa o sulla raccolta di fondi, bensì, anche, sulla ricerca di personale, giacché non è pensabile che aiutanti nelle attività o elettricisti, muratori o falegnami si possano cercare e reperire solo tra i membri del CPP. Quindi, bisognerà trovare un modo per farlo, durante le messe e nel foglio parrocchiale. Dopo ampio dibattito, si decide di introdurre due giornate all'anno, partendo da domenica 25 maggio, in cui si informerà e sensibilizzerà la comunità sulle necessità del Gruppo Caritas, con conseguente raccolta di fondi, mediante posizionamento di una cassetta specifica. Partendo da settembre, invece, si delibera di presentare un caso di famiglia bisognosa al mese, sempre mediante cassetta apposita, con presentazione durante le singole messe festive.

Carlo introduce, quindi il 2° punto all'o.d.g.:

2. Con la presenza dei membri del Cortile di quartiere, vediamo come aiutare la comunità ad essere partecipe della pastorale giovanile, in particolare dei problemi e delle necessità dell'oratorio.

Dopo lettura del punto all'o.d.g, chiede, se ci siano domande o perplessità in proposito. Don Paolo porta a conoscenza i membri che, dal prossimo anno pastorale, quindi già da settembre-ottobre, la catechesi inizierà con i bambini di 2 elementare. Si partirà, quindi, con un gruppo in più, appunto, le seconde classi elementari. Don Paolo lancia la seguente domanda: a partire dalle attività già esistenti, qual è il sogno che ci proponiamo ? Dove vogliamo arrivare ? Don Donato riporta una considerazione: 20 - 30 anni fa, le generazioni si contrapponevano, si criticavano; oggi, quasi, si ignorano, non hanno dialogo. Quindi, dice, il suo 'sogno' sarebbe che la parrocchia e l'oratorio diventassero un luogo in cui le generazioni si incontrino. Quindi, che fare ? Possiamo sperare di crescere, come comunità e introduce un'immagine: che meraviglia, se si diventasse come un grande albero, dove trovano rifugio tanti uccelli ! Daniela, invece, introduce un altro argomento: al bar dell'oratorio o nell'oratorio stesso, si vedono solo adulti e non ragazzi o giovani. Diana, al vedere le grandi riunioni giovanili, come la Giornata Mondiale della Gioventù, riconosce ciò come una sua privazione, che ritiene dovuta al fatto che il nostro oratorio è, comunque, relativamente giovane. Gli adulti attuali non hanno esperienze con l'oratorio ed i loro figli, i 20-25enni, ne risentono, partecipando poco all'oratorio. Marialisa riporta un colloquio avuto con un ragazzo dell'oratorio, allorché le domandò come fosse possibile, che alcune persone prestino il proprio tempo libero gratuitamente, volontariamente: egli disse che, una volta cresciuto, non farà mai nulla di simile. Interviene Gigi, per portare la sua esperienza. Molti, dei ragazzi che segue, dice Gigi, scelgono scuole di basso rango, professionali o regionali, e, molto spesso, non portano a termine il ciclo scolare, fosse anche la scuola dell'obbligo. Non si pongono, inoltre, problemi di rispetto, nei confronti degli adulti. La crisi del lavoro ha tolto, persino, i sogni ai ragazzi di oggi, che trovano, spesso, del tutto inutile affaticarsi nello studio, data la carenza di sbocchi lavorativi che si intravedono oggi. Don Paolo trova che siano state molto proficue le riunioni formative con coloro che si occupano normalmente di questi giovani: gli insegnanti di medie ed elementari, i responsabili di società sportive. A domanda di Tina, don Paolo risponde che queste riunioni si possono certamente ripetere. Don Donato, in tutto ciò che si è detto, scorge due linee: una è positiva ed è quella di tipo, per così dire, sociale, cioè l'attenzione che viene prestata a questi ragazzi ed alle loro difficoltà. La parte negativa è la carenza di fede, prosegue, perché la fede, pur non togliendo le sofferenze, ne chiarisce il senso. Non importa quanti siamo: importa la fede, la gioia di essere fedeli, di essere cristiani. E di diffondere questa gioia. Secondo Carlo, l'oratorio dovrebbe essere un luogo in cui i ragazzi si sentano amati e scelti da Dio. Per Daniela, si tratta di riscoprire il senso delle relazioni, di quanto sia bello stare insieme. Secondo Anna, i ragazzi sono bisognosi di affetto, di relazioni, pur se, a volte, trascurano i compiti e la scuola. Per concludere, don Donato riassume: ciò che è richiesto è una presenza più significativa del mondo adulto e l'interazione degli adulti con i giovani. Diana propone di invitare gruppi di giovani di altre parrocchie, per confrontarsi, per sapere cosa facciano negli altri oratori per risolvere queste problematiche. Porta l'esempio dei suoi figli e dei loro amici, che sono i tipici 'credenti non praticanti'. Luca lamenta il fatto che il nostro oratorio sia un luogo frequentato da anziani, dal quale i giovani fuggono. Tina suggerisce di coinvolgere i genitori dei bambini del catechismo, che abbasserebbe l'età media degli adulti che frequentano l'oratorio. Le risponde Carlo, che ritiene molto difficile ottenere da loro una certa costanza d'impegno, a dispetto di una grande apertura riscontrata nei primi incontri. Francesca si domanda, se la carenza di giovani di fede non sia imputabile al modo in cui viene impartito il catechismo ai bambini dagli otto anni in su. Luca chiarisce quanto detto poco prima: non chiede di allontanare chi abbia superato una certa età, ma di affiancare dei nuovi giovani a quegli adulti, per far fare loro esperienza e creare, al tempo stesso, un dialogo.

Si passa, ora, al seguente o.d.g.:

3. Assemblea parrocchiale: studieremo quale potrebbe essere la sua struttura e la data in cui si terrà.

Don Donato ritiene inutile indire un'assemblea parrocchiale un pomeriggio di sabato, come si è fatto fino allo scorso anno. Propone, perciò, di indirla per l'ora seguente alla messa delle 10.30 della domenica. Anche don Gianfranco si trova d'accordo, in quanto già chi è abituato al catechismo, che avviene, appunto, in quell'orario, potrebbe parteciparvi. Data l'ora tarda, si decide di convocare un'ulteriore seduta del CPP per decidere in merito.

Passando al seguente o.d.g.:

4. Varie ed eventuali

si verifica che non ci sono altri argomenti da discutere, né il tempo per farlo, quindi, alle 23.15, si dichiara chiusa la seduta e ci si aggiorna alla sera di lunedì 26 maggio 2014.


P.S.: si avvisano tutti i Membri, che, chiunque lo desideri, può richiedere una copia della registrazione audio di ciascuna delle sessioni del CPP vigente, in formato MP3. Chiedere ad Armando. Si ricorda, inoltre, che, sul sito della parrocchia, www.resurrezionessg.it, si trovano tutti i Verbali del CPP del presente anno pastorale, nonché le relazioni dei vari gruppi e commissioni.