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Verbale del 10 ott 2015 Stampa

VERBALE dell'assemblea

di INIZIO anno pastorale 2015 - 16

del 10 ottobre 2015

 

Alle 16.09, don Donato apre la seduta introducendo l'argomento, che è l'EDUCARSI AL PENSIERO DI CRISTO, secondo le direttive pubblicate dall'Arcivescovo di Milano con la lettera omonima. Dopo aver constatato che il pensiero dell'uomo odierno, come di quello passato, è lontanissimo dal pensiero di Cristo, inizia elencando le attività parrocchiali che, in tal senso, già sono attive nell'aiuto alla comunità. Queste sono:


i Gruppi di Ascolto

le omelie

gli Esercizi Spirituali (tenuti nei momenti forti dell'anno)

le pagine interne del foglio Parrocchia Famiglia

la Scuola della Parola

Don Donato prosegue elencando alcune proposte, sue, ma, anche, suggerite da altre persone:

 

Catechesi per i genitori dei bambini fra 0 e 7 anni (ciò potrebbe trarre già profitto dal Gruppo NonnoGianfri)

Catechesi per adulti (si opterebbe per due fasce: una pomeridiana, per la terza età ed una serale, per chi lavora)

creazione di Gruppi Famigliari

inserimento di brevi omelie nelle messe feriali

valorizzazione del sito internet della parrocchia

registrazione e pubblicazione sul sito delle omelie domenicali delle messe delle 10.30

educare alla preghiera

 

 

A conclusione di tutto ciò, don Donato cita le parole dell'Arcivescovo riportate dalla lettera: «I discepoli (…) imparano il pensiero ed i sentimenti di Cristo condividendo con Lui la loro esistenza, vedendo come si muove ed agisce, fino a giungere ad abitare con Lui». Ed inoltre: «La confessione di fede di Pietro deve misurarsi con la realtà di Gesù e del suo cammino verso la croce».

Interviene, quindi, Gemma, come moderatrice, che cede la parola a Olga, la quale sostiene di apprezzare le omelie che già vengono effettuate, per cui appoggia la proposta di attuarne anche nelle messe feriali. Dora propone, invece, di celebrare una messa supplementare il sabato mattina, giacché quella delle 18.30 è prefestiva, con i riti della domenica seguente. A Cecilia piacerebbe riprendesse il Gruppo di Ascolto del Vangelo, che si teneva il pomeriggio: a tal proposito, Gemma rimanda ad Antonietta (Pipoli), che potrebbe raccogliere i nominativi degli aderenti. Antonietta (Paganoni) ritiene utile e necessario orientarsi verso una catechesi per adulti. Segue una definizione e distinzione, da parte di don Donato, tra Catechesi e Gruppi di Ascolto: la Catechesi dona formazione, a partire dalla parola trasmessa da un relatore; è, per così dire, 'cattedratica', mentre il Gruppo di Ascolto non ha un 'relatore', ma un 'animatore', che aiuta tutti i presenti ad interiorizzare nella vita ciò che si è letto; è, per così dire, più esistenziale, di confronto. Lucillo è convinto che si può trasmettere la testimonianza di Cristo anche con il proprio comportamento. Don Donato rilancia: solo con i propri comportamenti si può (o si deve) trasmettere il 'pensiero di Cristo'? Per Armando lo si può (e si dovrebbe) fare anche a parole, intervenendo nei confronti di interlocutori che esprimano sofferenza, perplessità o rifiuto nei confronti di Cristo o di Dio, in generale. Tornando alla domanda su “chi deve fare la catechesi”, Olga ritiene ciò sia prerogativa del sacerdote o, comunque, di persona qualificata e, perciò, autorevole. Assunta obietta che, in futuro, avremo sempre meno sacerdoti. Gemma, invece, ricorda le parole che pronunciò Gesù nei suoi ultimi momenti: «Andate ad annunciare a tutto il mondo...», per cui ritiene non ci dobbiamo trincerarci dietro la nostra impreparazione, per evitare di 'insegnare' la catechesi. Armando ribadisce, però, che siamo impreparati a farlo. Don Donato crede allora giusto dare formazione alla comunità, affinché tutti i cristiani sappiano 'raccontare' la Parola. Interviene Pierangelo: dobbiamo capire, dice, che la Parola di Dio non è una teoria fine a sé stessa, bensì un insegnamento per migliorare il nostro comportamento quotidiano. Ricorda, altresì, che, qualora avessimo paura ad esprimere il pensiero di Cristo, mostreremmo di avere poca fede. Richiama, inoltre, il tema della carità, in quanto ritiene ci si debba confrontare sul vero significato della parola stessa.Gli fa eco Gemma, che ricorda la pubblicazione del PROGETTO PASTORALE PARROCCHIALE, a disposizione di chiunque lo richieda, che menziona, tra i temi progettuali del CPP, proprio quello della carità. Il progetto citato, interviene don Donato, verrà da lui trattato nei prossimi numeri del foglio Parrocchia Famiglia. Rispetto al tema della preghiera, Gemma crede si debba ripensare il momento dell'adorazione del venerdì, attualmente assai poco frequentato; ritiene, inoltre, auspicabile ci si rivolga alle persone disabili o, comunque, a coloro che hanno difficoltà a frequentare la chiesa o a partecipare ad esperimenti di catechesi. Francesca, Ministro Straordinario per l'Eucaristia, al riguardo, avvisa che, nelle sue visite alle persone anziane e/o disabili, non si limita a portare loro l'Eucaristia, ma porta loro il foglio della messa domenicale e legge con loro la Parola di Dio, riportata su di esso, cui fa seguire un commento, uno scambio d'idee, anche se, non certamente, si tratta di 'catechesi'. Riguardo la paventata carenza futura di sacerdoti, prosegue Francesca, si sente certa che, quando questa raggiungerà un certo 'livello di allarme', Iddio stesso interverrà, per invertirne la tendenza, suscitando nuove vocazioni. Crede, piuttosto, che pochi sacerdoti si adoperino per la guida spirituale nella direzione delle vocazioni giovanili. Tina crede che i cristiani debbano pregare Dio, perché mandi nuove vocazioni; non dobbiamo, inoltre, essere pessimisti, al riguardo. Vorrebbe conoscere ed imparare le modalità da usare verso i dubbiosi, verso chi le dice che, andando a messa, sta perdendo tempo. Lucrezia (Rosy), si chiede come 'portare' nuove persone in parrocchia, affinché alle riunioni ci sia sempre più gente: «Dando il buon esempio con la propria vita quotidiana», le risponde Domenica. Riassumendo quanto detto fino a questo punto, Gemma chiede se, oltre alle attività già in essere, di cui ai punti da a , ed a quella suggerita al punto , ci siano altre proposte da portare avanti. Domenico apprezzerebbe la registrazione delle omelie domenicali, con pubblicazione sul sito parrocchiale: si potrebbero, in tal modo, riascoltare a casa propria, in tutta calma, ripensandole e soppesandole. Lucillo si dice stupito del gran numero di bimbi e ragazzi che frequentano gli oratori nei comuni della provincia, dove questi vengono coinvolti già da piccoli: ciò avviene, secondo Domenico, perché in quei luoghi l'oratorio è l'unico punto di aggregazione. Don Paolo spiega che l'occasione del catechismo ai ragazzi, che si preparano alla Comunione e, poi, alla Cresima, è una buona opportunità per coinvolgere anche le loro famiglie. Segue un dibattito sulle motivazioni per cui pochi ragazzi frequentano l'oratorio e le attività parrocchiali: Lucillo, però, richiama l'attenzione sul fatto che molti genitori lavorano il sabato ed anche la domenica, come i dipendenti dei centri commerciali ed incontrano obiettive difficoltà ad accompagnare i ragazzi alla parrocchia. Successivamente, don Paolo sposta l'attenzione sulla cosiddetta 'correzione fraterna', secondo la quale ognuno richiama, fraternamente, l'attenzione del fratello sui propri errori o difetti. Gemma confessa la propria perplessità nel constatare la scarsa integrazione di famiglie extracomunitarie alle varie attività: nessuna di esse partecipa, ad esempio, ai Gruppi di Ascolto, alle assemblee e così via. Si chiede, quindi, se non sia una colpa da attribuire alla comunità.

Don Donato tira le conclusioni, sulla base di quanto emerso dalla discussione: non spaventiamoci, davanti ai numeri esigui della partecipazione. Non viviamo, avvisa, di nostalgia, ricordando gli anni passati, in cui i frequentatori erano numerosi: cerchiamo, piuttosto, di migliorare la qualità di chi partecipa. Dobbiamo saper comunicare al prossimo, perché viviamo in un certo modo: «Date ragione della vostra speranza», diceva S. Pietro, conclude don Donato.

 

Alle 17.40 , esauriti gli argomenti in esame e gli interventi, arricchiti da questa nuova esperienza, si chiude l'Assemblea.