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Verbale del 30 ott 2016 Stampa

VERBALE DEL RITIRO

DEL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE
E DEGLI OPERATORI PASTORALI

del 30 ottobre 2016

 

 

La meditazione, la preghiera e la discussione, tenutesi domenica 30 ottobre a Monza, a seguito della valutazione della Lettera del Cardinale Scola, emessa per l'inizio del nuovo anno pastorale, hanno portato il CPP a focalizzare alcuni punti di interesse, che andranno affrontati, durante i prossimi mesi:

  1. La persona è chiamata ad essere ottimista, non perché tutto va bene, ma perché, nella storia umana, agiscono sempre il Cristo ed il suo Spirito. La gioia evangelica non dipende dalle cose esteriori: cosicché, quando vanno bene, si è contenti, quando vanno male si è tristi; ma dipende dalla certezza di essere accompagnati sempre, pur dentro le difficoltà. La sofferenza, allora, pur accompagnando la nostra vita, non riesce ad intaccare la serenità e la speranza che sono garantite dall'azione dello Spirito, sempre operante nella storia umana.

  1. Non solo le cose, quando vanno male, mettono in crisi la nostra speranza, spesso anche le persone, con il loro carattere, ci mettono in difficoltà e siamo tentati di escluderle, per liberarci dalla tensione che ci portano. L'anno della misericordia ci ha insegnato che anche l'altro, anche quando ci è nemico o, comunque, di ostacolo, va visto con ottimismo e quindi considerato con misericordia, cercando di vivere il rapporto con lui come occasione per sperimentare la gioia che ci propone il Vangelo. Ogni uomo infatti, come dice la liturgia di domenica 30 ottobre, è destinatario della proposta di Dio, non solo i buoni, ma tutti: ciechi, storpi e zoppi; Dio vuole tutti al suo banchetto.

  1. Il Signore chiama tutti a fare esperienza della gioia abbondante, che egli è venuto a portare nel mondo. Ma non tutti ascoltano quell'invito, come diceva sempre il vangelo di domenica. Il battesimo è il momento con il quale Dio ci chiama a sé: ogni tipo di vita ha, alla sua origine, una vocazione. La pastorale parrocchiale deve aiutare tutti i credenti a ringraziare Dio per l'attenzione che egli ha per ciascuno di noi; deve, in altre parole, aiutare a riconoscere la propria vocazione. Tutta la pastorale giovanile è una pastorale vocazionale, perché aiuta le nuove generazioni a rispondere al Signore, che li vuole coinvolgere, secondo i loro doni personali. Dobbiamo interrogarci, allora, come CPP, perché il valore della chiamata non è più riconosciuto, nella nostra storia moderna. Che tipo di pastorale vocazionale c'è nella nostra parrocchia ? Come aiutare i giovani a capire la bellezza della vita donata nel sacerdozio e nella vita religiosa ? È da tanti anni che questo non avviene nella nostra comunità. È solo colpa dei tempi moderni, che stimolano i giovani a non prendersi impegni duraturi ?

  1. Non solo quella sacerdotale o religiosa sono vocazioni, ma, anche, quella dei laici che fanno famiglia. Oggi costatiamo una crisi vocazionale anche in questo campo. Bisogna ritenere la famiglia, in generale, e la coppia, in particolare, non solo come oggetto della nostra pastorale, ma anche soggetto. Ci siamo chiesti se quanto e … quello che si fa in parrocchia sia sufficiente, per rendere le famiglie più corresponsabili e comunque coinvolte.