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nella Quaresima 2011 - Martedì Stampa

Parrocchie Resurrezione e San Giorgio

Esercizi Spirituali nella Quaresima 2011

martedì:

EDUCARE alla vita buona del Vangelo


Canto di inizio:

Spirito Santo, discendi tra noi: la nostra fede ha bisogno di te.

Al nostro cuore insegna ad amare, e la speranza non toglierci mai.

Tu sei il dono promesso dal Padre,

sei fuoco d'amore, sorgente di vita.

Tu vivi con noi e sei nostra forza:

sostienici sempre nel nostro cammino.

Tu sei sapienza che vince ogni errore:

di te ci fidiamo, e avremo la gioia.


Preghiera


O Signore, mostraci il tuo volto!
Ma come raggiungerti? come vederti? come comprenderti?
Tu sei l’Altissimo e «in un luogo eccelso e santo» tu dimori.
Eppure non sei né lontano né estraneo alle vicende del mondo,
alle sofferenze e ai drammi degli uomini.
No, tu non disdegni la vicinanza e la condivisione
con gli oppressi e gli umiliati della terra:
Tu sei “con” loro e sei “per” loro,
perché vuoi «ravvivare lo spirito degli umili
e rianimare il cuore degli oppressi».
(...)
Tu sei un Dio paziente e misericordioso,
e non mantieni il tuo sdegno verso di noi. (...)
Dal tuo cuore, ricco di compassione e di perdono,
imploriamo i doni che tu prometti a quanti si convertono a te:
la guarigione dai tanti mali che ci turbano e ci sconvolgono;
la consolazione per il cumulo di dolore che pesa sul mondo;
la pace per riprendere, con saggezza e forza,
un cammino di giustizia e di solidarietà.

Questi doni imploriamo da te, Dio giusto e ricco di bontà e di grazia.
Li imploriamo con il cuore pentito e umiliato,
con il corpo pronto al digiuno e alla penitenza,
che vogliamo intensificare nei giorni della Quaresima cristiana,
e con una vita rinnovata,
decisa a compiere le opere della giustizia e dell’amore.

Per tutti coloro che sono afflitti, o Signore, fa’ risuonare ancora
le parole colme di speranza che hai detto al tuo profeta:
«Agli afflitti io pongo sulle labbra: Pace, pace ai lontani e ai vicini,
dice il Signore, io guarirò il mio popolo».

(Card. D. Tettamanzi)


Al Vangelo:

Nella tua Parola noi camminiamo insieme a te,

ti preghiamo resta con noi.


Lettura del Vangelo secondo Giovanni (cap. 1)

35 Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli
36 e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». 37 E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
38 Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?».
39 Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

40 Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro.
41 Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo –42 e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.


43 Il giorno dopo Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!».
44 Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro.
45 Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret».
46 Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
47 Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità».
48 Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi».
49 Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!».
50 Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
51 Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».


Dopo il silenzio: Salmo 142 (Preghiera nella tribolazione)

 

Signore, ascolta la mia preghiera, +

porgi l'orecchio alla mia supplica,
tu che sei fedele, *
e per la tua giustizia rispondimi.
 

Non chiamare in giudizio il tuo servo: *

nessun vivente davanti a te è giusto.

 

Il nemico mi perseguita,

calpesta a terra la mia vita,

mi ha relegato nelle tenebre *

come i morti da gran tempo.
 

In me languisce il mio spirito, *

si agghiaccia il mio cuore.
 

Ricordo i giorni antichi, +

ripenso a tutte le tue opere, *

medito sui tuoi prodigi.
 

A te protendo le mie mani, *

sono davanti a te come terra riarsa.

Rispondimi presto, Signore, *

viene meno il mio spirito.
 

Non nascondermi il tuo volto, *

perché non sia come chi scende nella fossa.

Al mattino fammi sentire la tua grazia, *

poiché in te confido.
 

Fammi conoscere la strada da percorrere, *

perché a te si innalza l'anima mia.

Salvami dai miei nemici, Signore, *

a te mi affido.


Insegnami a compiere il tuo volere, +

perché sei tu il mio Dio. *

Il tuo spirito buono mi guidi in terra piana.
 

Per il tuo nome, Signore, fammi vivere, *

liberami dall'angoscia, per la tua giustizia.
 

Gloria.