Cari catechisti...
Approfitto dei giorni di fine agosto per scrivervi con calma, prima che ricominci il solito correre che contraddistingue la nostra vita milanese. Anzitutto scrivo per dirvi GRAZIE, dal profondo e con tutto il cuore. Grazie per la testimonianza di fede e di carità concreta che vivete a servizio di tutta la comunità parrocchiale, grazie per tutto il tempo che regalate a questi ragazzi e alle loro famiglie, grazie per la passione che mettete nel preparare e condurre le attività, grazie per la pazienza e la tenacia nel non mollare anche davanti alle delusioni e dentro alle fatiche. Grazie per la pazienza che avete nel sopportate i miei limiti, e per la correzione fraterna con cui mi aiutate a cercare di migliorare. --- Le novità ---
Vi scrivo ripensando alla giornata di verifica del 19 giugno a Carugate e all'anno trascorso, arricchito dal grande dono della Missione francescana e dall'impegno in essa dei ragazzi; le novità che stiamo sperimentando non sono poche e non sono piccole! I catechisti di terza elementare hanno cominciato gli incontri con i bambini in gennaio e hanno dedicato la prima parte dell'anno ad un confronto ampio e aperto con i genitori, con il desiderio: di ascoltarsi a vicenda, conoscersi meglio, costruire insieme a loro una proposta di catechesi che sia adatta per i figli a partire anche dai loro dubbi, dalle loro fragilità, dalla loro fede o non-fede di adulti. La prima media ha sperimentato un calendario "Elastico" in cui i ragazzi non venivano tutte le settimane, e ha costruito il percorso del dopo-missione intorno ad esperienze concrete, cioè le uscite a Casa della carità e alla mensa dei poveri: gli incontri di gruppo prendevano avvio da ciò che i ragazzi avevano visto, ascoltato, vissuto. La quarta elementare continua l'esperimento (faticoso!) di un gruppo di catechiste tutte nuove, e dunque meno "esperte" ma anche per questo più ricche di entusiasmo e più vicine alla situazione dei genitori dei bambini. La quinta ha vissuto in modo molto attivo la Missione preparando cartelloni e mettendosi poi per la strada ad invitare personalmente la gente. Alcuni genitori hanno accolto l'invito a preparare insieme a don Paolo le Messe per i ragazzi delle domeniche di quaresima, e l'hanno fatto volentieri. E' stata riproposta la partecipazione attiva alle celebrazioni della Settimana Santa delle diverse classi. Si è avviato ed è ai primi passi un gruppetto di "coordinamento dei catechisti" che comprende uno o due catechisti per classe, e che in futuro potrebbe diventare un punto di riferimento importante, soprattutto per favorire la comunicazione tra tutti.
--- I punti delicati ---
Ci sono due punti che sento particolarmente delicati, e che hanno provocato anche dispiaceri e malumori in qualcuno di voi; vorrei esporli qui per lasciare il tempo di riflettere prima di confrontarci insieme.
1) I "contenuti" e gli "obiettivi" Avrete provato anche voi la sconsolante impressione che molti ragazzi delle medie, pur dopo quattro anni di catechismo, siano ritornati "'analfabeti della fede". Che è successo? Non hanno imparato niente? Hanno imparato, e poi dimenticato? Sanno, e fanno finta di non sapere? Queste domande aprono una questione seria: quali obiettivi "minimi" possiamo porci per questi quattro anni di percorso? Don Aurelio nella serata del 23/3 ha dato delle prospettive interessanti, che toccano sia la dimensione intellettiva che la percezione e l'intuizione : - accorgiti che la tua vita è legata a Gesù; e questo legame sarà quello che rende bella e lieta la tua vita. - conosci qualcosa della Vita di Gesù (conosci un Vangelo) - abbi una percezione della comunità cristiana come "luogo che permette di incontrare Gesù" - abbi una percezione della comunità cristiana che ti fa sperimentare un amore gratuito (cf. ruolo dei catechisti) - intuisci che la vita cristiana adulta sarà un cammino, una continua conversione.
Da parte mia, in modo provocatorio, aggiungerei: sono convinto che i ragazzi non "diventano cristiani" in questi quattro anni. Semmai "assaggiano" un pò della vita di questa comunità di cristiani, fanno un pò di esperienza diretta. E poi si allontanano (molti); ma se un contatto umano vero c'è stato, se un pò di attenzione alla dimensione religiosa della loro vita l'hanno messa, prima o poi qualcosa della loro vita potrà agganciarsi a queste basi e fiorire. E' troppo poco?
2) "Se non vieni non fai la Cresima" Ci sono ragazzi che vengono poco agli incontri settimanali, o che vengono e danno l'impressione che a loro non importi nulla di tutto ciò che proponiamo; ci sono ragazzi che vengono e disturbano continuamente; ci sono famiglie che non sentiamo vicine e che ci sembrano poco interessate a ciò che fanno i loro figli; ci sono genitori a cui sembrà che importi solo il giorno della Cresima, e altri a cui sembra che non importi nemmeno quello. Qualcuno vorrebbe una soluzione "forte" da parte mia: Tizio e Caio non fanno la Prima Comunione, Sempronio non fa la Cresima; Almeno abbiamo una minaccia efficace perchè vengano e perchè ci ascoltino.
Beh, io non sono d'accordo. Forse con qualcuno si dovrà arrivare a questo punto, ma solo come possibilità estrema dopo che sono state tentate tutte le altre strade; io spero che non mi capiti mai, e provo a dirvene i motivi. Le prese di posizione molto drastiche, pur se motivate, rischiano di appannare lo stile evangelico che una parrocchia dovrebbe avere e lasciano nelle persone strascichi pesanti e avversioni profonde, perchè portano inevitabilmente con sè un tono di giudizio sui ragazzi o sulle famiglie. Quando si pongono confini troppo netti, chi ci va di mezzo sono ancora una volta i poveri: i "no" cadrebbero ancora su quei ragazzi che hanno alle spalle le famiglie più disorientate o disattente, meno capaci di educare i figli; ma quei ragazzi di pesi ne portano già tanti e forse troppi. Come comunità cristiana non dovemmo pensare di farci carico di loro in altri modi, in altre forme? Con questo non voglio dire che dobbiamo lasciar fare a tutti tutto quello che vogliono, o non curarci delle assenze dei ragazzi o degli atteggiamenti menefreghisti: c'e un livello minimo di serietà che è giusto esigere perchè non ci vada di mezzo la qualità di tutta la proposta. Su questo punto devo chiedere scusa, perchè tante volte ho trascurato questo tipo di attenzioni: mi avete segnalato i ragazzi assenti o presenti male, e io non ho fatto nulla. Credo comunque che gli interventi efficaci debbano essere graduali, e che si debbano mettere in atto un pò alla volta man mano che i problemi emergono. Puntare tutto su un "dentro/fuori" legato alla celebrazione dei sacramenti mi sembra poco utile e mi pare che dia dei sacramenti stessi un'immagine distorta.
--- Per concludere --- Ho speso molte parole su tutto questo nel tentativo di portare alla luce ciò che a volte da parte mia rimane non detto e crea distanze tra noi; vorrei imparare un pò della capacità di ascolto e della franchezza nel parlare che vedo in don Gianfranco. Rinnovo il grazie a Dio e a voi per il cammino che ci concede di fare insieme.
don Paolo
|